I sopravvissuti di Hurricane è una serie a fumetti, i cui episodi si potevano leggere fino a pochi mesi fa su Linus. Pubblicazione interrotta da un cambio editoriale, ora fortunatamente raccolta da Eris in questo albo. Da quando l’ho aperto, l’ho letto e riletto entusiasta un sacco di volte. Nel frattempo (in realtà poco tempo) sono uscite una quantità di recensioni bellissime e autorevoli, che mi sollevano dall’introdurre l’autore e vi rimando a quelle per un discorso stilistico sul disegno, quindi mi limiterò a dirvi perché mi piace. Gli infelici protagonisti delle storie sono Omino e Tacchino, coinquilini disoccupati e affamatissimi, circondati da un inquietante e spassoso gruppo di altri avvizziti personaggi, miserabili e denutriti quanto loro. I sopravvissuti tirano avanti in un mondo dominato dal consumismo esasperato, basato sullo sfruttamento estremo dei lavoratori e l’umiliazione  degli aspiranti consumatori di prodotti che non potranno mai permettersi. I proprietari del mitico IperRisparmio, insieme ai figuri più ricchi della città (che poi non si tratta di veri ricchi, sono solo i meno poveri), schiavizzano e maltrattano i subalterni. I mentecatti comunque non fanno che prendersela con chi sta peggio, si nascondono e sfuggono dalle responsabilità, scaricandole sugli altri.  Non ci sono buoni, sono tutti cattivi, vigliacchi o entrambe le cose: quelli che a prima vista sembrano innocenti, si rivelano presto irritanti, snervanti, indolenti.

E comici. Irresistibilmente comici.

Il protagonista Tacchino, grafomane e paranoico, prima denuncia l’amico in cambio di un buono pasto con lettere delatorie insistenti e petulanti, poi scrive servile al potere, per ingraziarselo. Inutilmente. Il pavido Varnelli, che si finge morto per sottrarsi alle responsabilità, riceve solo insulti dalla moglie inviperita, costretta a lavorare in miniera per pagare i conti. Il figlio è un bambino-vecchio che pare uscito dalle figurine degli Sgorbions e ricalca tutti i tic dell’anziano medio. Anche l’Autore è cattivissimo: maltratta i personaggi ed è crudele con l’esigente lettore Antonio da Torino, il quale chiede semplicemente disegni più belli (o forse meno conturbanti). Tanto siamo abituati ad essere maltrattati, no? Con la lotta tra curriculum e il salto in basso, Hurricane ci dimostra che lo sa benissimo.

È tutto estremamente vero. Il mondo assurdo in cui vivono queste figurette contorte, le commesse svescicate per essere più produttive, gli scarni e speranzosi uccelli che volano in Svezia col sogno di aprire una start up, l’agenzia interinale dall’onesto nome “Niente”, l’Ultima Spiaggia, la Valle di Lacrime… Cose che conosciamo e ci portano alla disperazione,  qui vengono fuori con crudele comicità, facendo davvero ridere.

È un fumetto impietoso e spassoso, da leggere e rileggere per apprezzare tutti i dettagli, la mappa subito dietro la copertina, i paginoni curatissimi pieni di particolari, le varie espressioni dei tremuli personaggi…
Forte, crudele, spassoso. Mi piace moltissimo e piacerà anche a voi.

Maura Abello