Incontrare l’altro è il titolo dell’ultimo volume della collana Pagine in viaggio, edita da Neos Edizioni. Il titolo ci introduce subito nel suo cuore: l’incontro. Questa antologia, infatti, non è solo un racconto di luoghi lontani, ma una celebrazione delle connessioni umane.

Attraverso 18 racconti brevi, scanditi da suggestivi portfoli fotografici, autori e autrici ci guidano attraverso destinazioni che spaziano dalla vicina Spagna alla lontanissima Nuova Zelanda, dal deserto del Sinai fino al Madagascar, passando per il Caucaso, la Thailandia, l’Arizona.

Nonostante la varietà dei luoghi, ciò che accomuna tutti gli scrittori è lo sguardo sensibile con cui osservano. Chi viaggia, infatti, non si limita a cogliere l’esoticità, ma soprattutto riconosce la somiglianza. Certamente incuriosiscono i copricapo piumati degli Hopi, le strane tradizioni dei Dani, le suggestioni popolari albanesi, ma è la connessione che nasce spontanea tra gli individui a far da padrona: il riconoscersi simili avvicina e fa nascere una sintonia che non ha bisogno di essere detta a parole.

Ospitalità è una delle parole chiave di questa raccolta. I racconti ritraggono uomini e donne che, nonostante le diffuse condizioni di povertà, nutrono una vitalità e un equilibrio straordinari. Non solo le popolazioni accolgono il viaggiatore con generosità, ma lo invitano con gioia a unirsi alla propria tavola, a condividere un pezzo del cammino. In questo senso, i racconti offrono al lettore uno spaccato di umanità che va ben oltre le differenze culturali.

Al centro di tutte le narrazioni non sono la grandezza delle architetture, la monumentalità dei paesaggi, il fascino delle opere d’arte, ma gli occhi tristi della ragazza che intreccia bracciali nel deserto, i volti contratti dei Maori che fanno la haka, le movenze sinuose del principe balinese che ama danzare. Ogni dettaglio traccia un’umanità molto diversa dalla nostra, che vive dell’essenziale, ma a cui nulla sembra mancare.

Non meno importante è il rapporto con il territorio. Dai racconti emerge un profondo rispetto per la natura in tutte le sue forme, animali compresi, e il desiderio di vivere in comunione con essa, senza la pretesa di poterla governare. A svelarsi è uno stile di vita che sembra ormai dimenticato: un ritmo lento, armonico, che segue – e non comanda – il giorno e la notte. I popoli visitati si prendono cura del paesaggio che abitano, lo proteggono e spesso venerano come una divinità. Lo trattano con gratitudine, così come al viaggiatore che siede e si mette in ascolto.

Una citazione di Valentine Patry, che racconta la Nuova Zelanda, coglie in poche parole il cuore di Incontrare l’altro: “Ci specchiamo con l’audacia di essere noi stessi, di essere talmente in sintonia con il mondo che lo vediamo in modo diverso, con il cuore e non solo con gli occhi”.

Beatrice Bosco