Avete presente l’amore? è il romanzo più ironico, romantico e nostalgico di Dolly Alderton. E no, non è soltanto una banale e sdolcinata storiella d’amore.
L’autrice di Sparire quasi del tutto e Tutto quello che so sull’amore, memoir che ha ispirato un’omonima serie per la BBC, si cimenta per la prima volta in una narrazione da un punto di vista diverso: quello maschile.
Nella nostra storia, Andy ha trentacinque anni e la sua nuova vita da single a Londra non sembra portarlo da nessuna parte. Da quando Jen, donna in carriera e (all’apparenza) forte e indipendente, lo ha lasciato nel bel mezzo della loro felice convivenza, il mondo è diventato uno strano labirinto in cui orientarsi è pressoché impossibile.
Dopo la rottura Andy è senza casa e il suo lavoro da stand-up comedian (già in declino) non accenna a decollare. Complice l’improvviso e inaspettato successo di uno dei suoi colleghi comici, e la momentanea convivenza con la madre – che, seppur dolce e premurosa, non può colmare il vuoto lasciato dalla donna della sua vita –, Andy è sopraffatto e trascorre le giornate a ubriacarsi e controllare ossessivamente i profili social di Jen, rileggendo tutti i loro vecchi messaggi.
Dove ho sbagliato?, si chiede Andy. Perché Jen non vuole più stare con me?
Così, per venirne a capo, procede a stilare una lista dettagliata dei motivi per cui è un bene che i due non stiano più insieme. Vorrebbe convincersi, Andy, ma nessun motivo sembra abbastanza valido da giustificare il baratro che si è aperto, profondo, sulla sua esistenza.
Neppure la sua arte sembra trarne beneficio: ma un comico non dovrebbe essere capace di ricavare del Good Material (questo il titolo originale del libro) da una tragicomica rottura?
Immedesimandosi nell’alter ego in una relazione attraverso uno stile ironico, scorrevole e brillante, Dolly Alderton coglie appieno le barriere culturali e sentimentali che pervadono la nostra epoca e le nostre generazioni.
Nella sua opera, infatti, l’uomo è romantico, appassionato e nostalgico, nonostante gli stereotipi di genere. Ma ciò che affascina di più il lettore è la rappresentazione della donna, che vediamo così distante, pragmatica, fredda. È difficile, per noi che leggiamo, provare empatia con il personaggio di Jen, soprattutto quando ci ritroviamo a vivere giorno e notte il dolore sordo di Andy, che non capisce, non si fa capace, non realizza. Lui non sa, e noi non sappiamo.
Ma è alla fine del libro che Dolly Alderton ci stupisce con rivelazioni che lasciano spazio alla figura femminile, commovendo il lettore e suscitando più di una riflessione sulle difficoltà della donna di combattere date di scadenza, orologio biologico e desiderio di rivalsa; il tutto si traduce, nel romanzo come nella realtà, in una corazza di indipendenza dettata dal bisogno di realizzarsi come individuo a sé stante, prima che come parte di una coppia.
Non è ancora troppo tardi quando Jen capisce che può e deve stare da sola, se lo vuole: per quanto ami Andy, non può più sopportare il pensiero di vivere la relazione come un supporto emotivo a senso unico, in compagnia di un partner che ha bisogno di continui applausi e rassicurazioni, sul palco e fra le mura di casa.
I personaggi costruiti dall’autrice mostrano così un realismo peculiare, figlio della capacità della narrativa inglese di inquadrare l’essere umano in tutte le sue sfaccettature attraverso un’attenta e curiosa osservazione della vita reale.
Andy, con l’aiuto degli amici, di una nuova conoscenza e di un burbero quanto bizzarro coinquilino settantenne, riscoprirà la vita senza amore e la necessità di trasformare la sofferenza in autentica comicità.
Rossella Lettieri
Instagram: @rosslett
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