Lasciatevi ammaliare dalle parole di Guglielminetti, scrittrice e poetessa che merita di essere ricordata.

Amalia, chi era costei? Se anche voi leggendo il nome della protagonista di questa prima Dedica ve lo siete chiesto, allora Exlibris20 ha fatto centro nel riportare alla luce un nome della letteratura italiana al femminile che pochi conoscono.

Amalia Guglielminetti è stata scrittrice, poetessa, giornalista torinese, vissuta a cavallo dei due secoli (è nata nel 1881). Ma a raccontare di lei come artista ci penserà Rita Brescia, psicoterapeuta e scrittrice di poesie e romanzi, con il suo approfondimento, in cui offre un’interpretazione dell’opera di Amalia e accenna brevemente anche alla vita.

Perché abbiamo scelto lei? Confesso che prima di questa occasione nemmeno io conoscevo l’autrice, ma quando l’ho scoperta non ho potuto fare a meno di proporla perché il suo personaggio e i suoi scritti sono ancora oggi piuttosto dirompenti e non lasciano indifferenti, per stile e modernità di pensiero. Un nome fuori dal coro. Un caso raro, sebbene non unico in quel periodo. Documentandomi su Guglielminetti ho realizzato che è stata coetanea di un’altra figura femminile altrettanto eccentrica e fascinosa, la Marchesa Luisa Casati (sono nate nello stesso anno!), nobildonna celebre per il suo stile eccessivo e affamato di vita, proprio come lo era Amalia. Unite da alcuni bizzarri denominatori comuni: entrambe benestanti, entrambe al centro di chiacchiere e pettegolezzi nel loro entourage, entrambe legate a D’Annunzio, di cui Casati fu l’amante, mentre Amalia ne ricevette la definizione di “unica poetessa d’Italia”. In più, la Casati sembra uno dei personaggi femminili che Guglielminetti racconta nei suoi scritti, primo fra tutti La Rivincita del Maschio, testo assai controverso che da un lato le valse un’accusa per oltraggio al pubblico pudore (per alcune sfumature erotiche), dall’altro una pubblicità senza precedenti. 

Pochi critici nel tempo sono riusciti a separare l’opera dall’artista, lei stesse affermò: «Chi mi conosce sa ch’io sono scontrosa come un’ortica e che le mie temerità non sono fatte che di parole scritte». Infatti, a differenza della Casati, Amalia ebbe due grandi storie d’amore che però non portarono a un matrimonio e il riferimento alla solitudine (l’altra faccia dell’indipendenza) ricorre spesso nelle sue parole.

Indomita, anticonformista, elegante, seducente, Amalia non si è posta limiti nel raccontare le dinamiche di potere fra i due sessi nella vita sociale come nei suoi aspetti più intimi. Ma a un lettore attento non sfugge che non c’è solo il braccio di ferro maschio-femmina, nell’opera di Amalia c’è spazio anche per i rapporti con le donne. Proprio questo punto di vista sarà quello esplorato dagli altri due protagonisti della nostra Dedica (e che bello che siano due uomini!). Alessandro Ferraro insegna Letteratura italiana contemporanea all’Università di Genova ed è un profondo conoscitore dell’autrice. Ha infatti pubblicato Singolare femminile. Amalia Guglielminetti nel Novecento italiano (2022) e ancora prima ha curato l’edizione di Sagep Editori de La rivincita del maschio nel 2014. Per Exlibris20 ha scelto di mettere in luce i rapporti personali che ha intessuto con un’altra celebre figura femminile: “Quella che va sola”, come si definì lei stessa, è apparsa come asociale, armata contro il mondo e contro le donne. In realtà il rapporto con Ada Negri ci restituisce una figura di Amalia più complessa. Johnny Bertolio, docente di letteratura italiana all’università di Torino, invece, ci farà notare come Guglielminetti regala una delicata attenzione alle relazioni tra donne, adolescenti e giovani, che (con o senza coinvolgimento affettivo) si presentano come un’alternativa di tenerezza ai rapporti più brutali e aggressivi con gli uomini.

Insomma, il mondo di Amalia è un universo profondo, colorato, ricco di contrasti e soprattutto ci disegna con uno stile personalissimo il ritratto di un’epoca e di un ceto sociale sfaccettati, dove rintracciamo femminismo ante litteram, patriarcato nel suo splendore, riflessioni amare sulle relazioni umane, uno specchio di usi e costumi del suo tempo. Tutti ottimi motivi, ci è parso, per riportare alla luce il suo nome.

Daniela Giambrone